Ragù alla Napoletana
Ti guardi intorno e vedi disperazione e situazioni sociali che
hanno dell’incredibile, la crisi che deturpa e impoverisce sempre di più la
maggioranza degli Italiani e non fa altro che accrescere in me tantissima
rabbia.
Ma come? Siamo il popolo Italico fatto di cultura e di tradizioni
che si perdono nella notte dei tempi e non riusciamo a venire fuori da questa
crisi creata da un sistema economico virtuale fatto solo di falsa e apparente ricchezza
sfociata in una speculazione che ha dell’incredibile.
Ma tralasciamo questa cosa e torniamo al popolo Italico, vi state
chiedendo cosa c’entra il popolo in questo post e con il ragù giusto? Invece c’entra
perché è in queste piccole cose che si capisce da dove siamo partiti e dove stiamo
andando a finire; chi mi conosce sa benissimo che io non provengo da una
famiglia agiata e di situazioni critiche ne ho vissute tante, però una cosa è
certa che nonostante le difficoltà bastava un piatto di Ragù la Domenica fatto
da Nonna Cristina nella classica pentola in terracotta o meglio come lo
chiamava lei “ O Pignatiell ” per dimenticarti delle fatiche, che dolce musica
il Pippare del ragù, dovete sapere che la Domenica ero costretto ad alzarmi
alle 4.00 di mattina per seguire mio padre che oltre a fare due lavori durante
la settimana la Domenica e il Giovedì mattina, si occupava della pulizia di due
condomini dei quali in uno ne era il portiere, tantissimi miei amici d’infanzia
di via della Repubblica conoscono benissimo questa storia e spesso venivano con
me, sì perché per noi piccoli era un gioco spazzare e lavare scale e non me ne
vergogno. Provate a immaginare come si poteva convincere un bambino ad alzarsi
a quell’ora?
E’ semplice il premio era al rientro calcolato circa 6 ore dopo, il
tempo giusto che il ragù si cuocesse, perché mia Nonna lo metteva su a quell’ora;
noi eravamo una squadra che ogni domenica alle ore 4.00 del mattino si alzava
con vento o pioggia d’estate e d’inverno e ognuno aveva un compito, lei era la
nostra Vivandiera, quanto amore in quel ragù, tanta fatica e sacrificio ma il
premio arrivava, una bella fetta di pane Cafone cosparsa di quel sugo
fantastico ed è bellissimo quel ricordo.
Tutto questi ricordi riaffiorano in me in questo periodo molto
particolare perché andando in giro per lavoro nel rappresentare una nota
Azienda italiana, la Piral che produce fantastiche pentole in terracotta è una
delle protagoniste di questo mio bellissimo ricordo, ho trovato in giro in
questo nostro bellissimo paese gente fantastica che mi hanno fatto capire che c’è
ancora speranza che siamo un grande popolo fatto di tradizioni e queste ci
consentiranno di andare avanti e superare tutto.
Basta tornare con i piedi per terra e riprendiamoci quelle piccole cose
di un tempo, facciamo girare l’economia acquistando prodotti Made in Italy valorizziamo
di più chi siamo e sicuramente potremmo esser un esempio da seguire.
Per esempio in questa semplice ricetta sono inserite le eccellenze del
nostro paese a partire dalla pentola, provate a pensare che per realizzare questo
piccolo e semplice piatto quante persone e quante aziende Italiane sono state coinvolte,
e sappiamo che le aziende sono fatte di uomini, provate a ricostruire la filiera
e noterete con stupore che sono coinvolte tantissime persone che grazie a noi hanno
ancora un lavoro, allora capirete che, è
con le piccole azioni che facciamo si che il nostro futuro e il nostro patrimonio
culturale e territoriale può essere preservato.
Riprendiamoci quello che è nostro e iniziamo a mangiare Italiano “Poco
ma buono”.
Questa ricetta è un omaggio a un Grande Chef Partenopeo Antonino Cannavacciuolo
ed è tratta dal suo libro, ho voluto ripresentare la sua per dare importanza alle
mie parole, ho ritrovato nelle sue realizzazioni e nel suo libro tutto quello che
io ho sempre sostenuto l’importanza di fare bene e di trasmettere emozioni sensoriali
a chi non è stato fortunato ad avere persone in famiglia ai fornelli come la propria
madre o la nonna.
Ragù alla Napoletana
Ingredienti per 4 persone
500 g di costine di maiale
1 cipolla bianca
1 cucchiaio Triplo concentratoMutti
1 peperoncino
1 foglia di alloro
100 ml di vino rosso
Olio evo
Sale e pepe q.b.
Preparazione
Pulite le costine e tagliatele
nel senso dell’osso, cospargetele di sale e pepe e lasciatele marinare per una decina
di minuti.
Soffriggetele in una pentola di
Coccio capiente con un filo d’olio, fino a farle dorare, quindi unite la cipolla
tagliata molto sottile e il peperoncino.
Fate appassire, sfumate con il
vino rosso e non appena l’alcol sarà evaporato coprite tutti gli ingredienti con
i pomodori pelati.
Cuocete il tutto a fuoco lento per almeno 5 ore.
A metà cottura unite la foglia di alloro e a cottura ultimata staccate la carne dall’osso.
Buono il ragù napoletano! Anche io da buon campano ho postato la ricetta! Se vi va dateci un'occhiata!
RispondiEliminahttp://www.campiflegrei.na.it/index.php/category/gastronomia/